Un Villaggio balneare nel cuore di Roma: correva l’anno 1939

Pochi sanno che a un anno dall’entrata in Guerra, nell’estate 1939, si inaugurò nel cuore di Roma, a ridosso delle rovine del Palatino, un Villaggio Balneare.  Si trattava di una struttura enorme, che occupava l’intera area del Circo Massimo, nella quale si poteva fare il bagno in una delle tre piscine, prendere il sole su una delle centinaia di sdraio a disposizione e coltivare la pratica di sport, assistere a spettacoli teatrali e film o anche semplicemente farsi barba e capelli.

Nulla di nuovo sotto il cielo di Roma, dunque, se l’amministrazione odierna ha inteso realizzare uno stabilimento balneare in città, come nel caso di Tiberis (leggi qui). Già nel 1939 ci provò il regime fascista collocando un impianto dove fare il bagno o prendere il sole, proprio tra le rovine dell’antica Roma.

Le opere precedenti

In realtà il Villaggio balneare altri non è che la riconversione di una struttura espositiva nata due anni prima: in vista dell’Eur 42 (Esposizione Universale Roma) dove verranno decentrati gli spazi congressuali ed espositivi di Roma, si riuseranno in funzione popolare vecchie strutture nate proprio per mostre e rassegne internazionali.

E’ il  20 giugno 1937 quando si hanno le prime notizie della presenza di padiglioni e strutture espositive nell’area del Circo Massimo. Quel giorno, infatti, si inaugura la Mostra delle colonie estive e dell’assistenza all’infanzia. Le infrastrutture “leggere”, come definiscono i documenti dell’epoca, sono progettate dagli architetti Adalberto Libera, Mario De Renzi e Giovanni Guerrini.

La struttura espositiva del Circo Massimo riconvertita in Villaggio balneare

Va evidenziato che per la realizzazione di quel complesso vengono impegnati i migliori progettisti dell’epoca. Ad Adalberto Libera si deve tra l’altro la progettazione delle Poste di via Marmorata, delle Palazzine Tirrenia di Ostia, del palazzo delle Esposizioni in via Nazionale, del Palazzo dei Congressi dell’Eur, del Villaggio Olimpico, del viadotto di corso Francia e del quartiere di Casal Palocco. Mario De Renzi ha collaborato con Libera per le Poste di via Marmorata, per il palazzo delle Esposizioni e in più ha partecipato alla progettazione di innumerevoli palazzi privati o delle Case Popolari (Garbatella e Ostia Stella Polare). Giovanni Guerrini, infine, è il progettista del palazzo della Civiltà Italiana all’Eur e dei cartoni per i mosaici delle fontane del Palazzo Uffici Eur.

Uno sguardo sull’area espositiva di Circo Massimo: sullo sfondo l’Aventino e, subito dietro, il complesso di San Michele

Il 23 giugno 1937, Benito Mussolini inaugurava in quelle strutture la Mostra autarchica del minerale italiano e il successivo 24 novembre la Mostra del Tessile Nazionale. Il 3 agosto 1938 si ha notizia che in uno dei padiglioni di quel complesso del Circo Massimo si svolge un raduno di pugilato tra dilettanti francesi e italiani: vince la squadra Azzurra per 13 a 3. Nella foto qui sopra si riconoscono via del Circo Massimo, priva ancora del monumento a Giuseppe Mazzini (leggi qui), il Giardino degli aranci con il complesso dei Santi Bonifacio e Alessio (leggi qui) e, sullo sfondo l’ex carcere minorile del San Michele con immediatamente dopo, l’attuale sede del Ministero della Pubblica Istruzione. Anche il roseto comunale deve ancora essere costituito (leggi qui): arriverà nel 1950.

rara immagine del completamento dei lavori di trasformazione dello spazio espositivo in Villaggio balneare

Il 23 novembre 1938, sempre Mussolini inaugura la Mostra autarchica del minerale italiano: la rassegna aveva come obiettivo quello di celebrare i progressi italiani nello sfruttamento delle risorse minerarie del paese. Ogni padiglione era dedicato a un minerale. L’allestimento viene curato dagli architetti Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti. La mostra si è tenuta fino al maggio 1939.

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Dopo una Mostra della bonifica integrale (inaugurazione il 28 dicembre 1938), si decide di riconvertire l’intera struttura in Villaggio balneare.

Il Villaggio balneare di Circo Massimo

Quegli impianti, dunque, furono finalizzati all’uso balneare: il Villaggio venne aperto al pubblico il 26 luglio 1939. Il cronista del “Giornale Luce” in un video sull’evento descrive: “la festosa apertura del Villaggio balneare al Circo Massimo, vasto complesso di attrazioni, svaghi, campi sportivi destinati alle masse sorto in brevissimo tempo nella zona già occupata dalla Mostra del Minerale”.

Oltre alle piscine (in numero di tre ricavate dalle fontane originarie più un solarium), ai campi da tennis e ai vari padiglioni, con servizi come ristorante, bar e persino barbiere, il Villaggio Balneare comprendeva anche campi per la pallacanestro, per la pallavolo, per il volano e tamburello, palla ribattuta, una pista per il pattinaggio e un cinema teatro da 2500 spettatori.

All’inaugurazione del Villaggio balneare del Circo massimo è legato un avvenimento storico: per l’occasione, infatti, si svolgono le prime prove di riprese televisive diffuse in Italia. Quel giorno stesso entra in funzione il trasmettitore televisivo Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) presso la stazione trasmittente di Monte Mario.

Un’immagine notturna del Villaggio balneare del Circo Massimo

Il 13 ottobre di quello stesso 1939 il cinegiornale del regime mostra il video di un parco in stile africano e una mostra di prodotti dell’artigianato libico, definendola “una nuova attrattiva al Villaggio balneare al Circo Massimo”. Si tratta della ricostruzione di una casa coloniale “circondata da un suggestivo autentico scenario africano, dove non mancano un tucul intorno al quale si aggirano scimmie e gazzelle”. All’interno “è stata allestita una completa e interessante mostra di prodotti dell’artigianato libico, messi in vendita al pubblico”.

Le ultime notizie di una qualche attività dei padiglioni del Circo Massimo sono del 12 gennaio 1940 quando vi si tiene una riunione pugilistica nel corso della quale il campione italiano ed europeo dei pesi mosca Urbinati, batte il sassarese Matta per abbandono alla 11ma ripresa.