A spasso per la Garbatella

La Garbatella, quartiere popolare di Roma, nel 2020 compirà 100 anni dalla posa della prima pietra e quale occasione migliore per passeggiare attraverso i suoi meravigliosi angoli. Non lontano dal Centro storico (raggiungibile con la via Cristoforo Colombo e con l’Ostiense da Ponte Spizzichino), la Garbatella è stata, infatti, fondata il 18 febbraio 1920 alla presenza del re Vittorio Emanuele III per conto dell’Istituto case popolari su disegno dell’ingegnere Massimo Piacentini, dipendente dell’Istituto Autonomo Case Popolari, cugino di Marcello Piacentini  (lo stesso della città universitaria).

Progettata inizialmente come “borgo marinaro”, che si doveva sviluppare lungo una darsena portuale sul Tevere mai costruita, la Garbatella divenne un quartiere destinato agli operai e agli sfollati che negli Anni Trenta venivano trasferiti forzosamente dai Rioni del Centro Storico, oggetto delle demolizioni volute dal regime fascista (via dei Fori Imperiali e via della Conciliazione). Una borgata popolare nata dalla concezione urbanistica della fusione tra tradizione e modernità, che prendeva a modello le garden-city inglesi. I maggiori architetti del tempo, come Innocenzo Sabbatini e Pietro Aschieri, lavorarono per realizzare una grande varietà di soluzioni architettoniche e di edifici per i servizi comuni.

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Camminare a Garbatella è un’esperienza che porta alla memoria le tante storie e le lotte sociali del quartiere (in via Basilio Brollio resta la scritta Vota Garibaldi Lista N° 1 del 1948), le sue leggende e immancabilmente il ricordo di tanti film e fiction che qui sono stati girati, da Caro Diario di Nanni Moretti a Una giornata particolare di Ettore Scola alla serie tv I Cesaroni. Con le sue strade e scale, le case dalle forme particolari, i giardini e cortili di collegamento tra i lotti, la Garbatella si presenta tuttora come il set cinematografico perfetto.

La monumentale fontana di via Guglielmo Massaia nei lotti delle case dei postelegrafonici

Si può iniziare la visita dall’omonima fermata della linea B della metropolitana poi, risalito vicolo della Garbatella, ci si può perdere nei vicoli del quartiere vecchio tra villette basse e pini marittimi (ma siamo a Roma?) dove nacque e abitò anche il famoso attore Maurizio Arena. Non sono da perdere alcuni piccoli gioielli di architettura come le costruzioni liberty di piazza Brin (detto il Pincetto per quella che una volta era la sua veduta meravigliosa). Con la sua facciata neoclassica il teatro Palladium, a Piazza Bartolomeo Romano, merita una sosta, consapevoli che nell’edificio di fronte si trovavano i bagni pubblici, pensati quando non in tutte le case ancora non c’erano vasche e docce.

Un aspetto particolarmente interessante e piacevole è quello legato alla street art: in questo articolo puoi scoprire dove si trovano i murales più belli della Garbatella.

Monumentale è anche la scuola “Cesare Battisti” in piazza Sauli dove si trova anche la chiesa di San Francesco Saverio ove, nel dopoguerra, ha prestato la sua opera Papa Giovanni Paolo II.

La chiesa di San Francesco Saverio dove ha operato a lungo Karol Wojtyla futuro papa Giovanni Paolo II

Nella piazza successiva, piazza Michele da Carbonara, è posta una targa a ricordo della visita che il mahatma Gandhi effettuò nel 1931 in occasione del suo passaggio a Roma.

Risalendo per via Roberto de Nobili si ha la possibilità di vedere gli ambienti tipici della Garbatella, quelli dei lotti con dei piccoli appezzamenti di terra un tempo orto. Una visita alla “fontana Carlotta” è d’obbligo, non si tratta solo di una delle tante fontanelle della Garbatella ma uno dei luoghi più rappresentativi del rione. Purtroppo in passato fu danneggiata da vandali e nel 1998 restaurata. Sempre nei pressi della fontana sono apposte due targhe: una che ricorda il giorno della restituzione ai cittadini dopo il restauro e l’altra del celebre cantante Alvaro Amici nato proprio alla Garbatella.

La Fontana di carlotta con la sua Scala degli Innamorati

Sopra Carlotta si apre una suggestiva scalinata o “scala degli innamorati” un punto d’incontro privilegiato per le coppie del dopoguerra. Non si può dimenticare una visita al “Bar dei Cesaroni” in piazza Giovanni da Triora non lontano da Carlotta dove è stata girata la fiction “I Casaroni”, mèta continua di pellegrinaggi turistici.

Una citazione meritano gli alberghi suburbani ( lotti 41-42-43-44) quattro grandi edifici siti in piazza da Carbonara destinati a ospitare provvisoriamente durante la guerra le famiglie sfrattate e senza tetto. Si tratta di 997 vani complessivi dove ai piani terra erano ubicati i servizi di pulizia e di accettazione, i depositi, le cucine, i refettori, le sale di disinfettazione e i locali amministrativi, Nei lotti 41 e 42 chiamati albergo bianco e rosso si trovavano stanza singole con anche uno stanzone per ogni nucleo famigliare. Nell’albergo rosso Sofia Loren e Marcello Mastroianni hanno dato vita alla straordinaria interpretazione del film “Una giornata particolare” (1977) diretto magistralmente da Ettore Scola riscuotendo i premi Golden Globe e David di Donatello.

 

I cosiddetti Alberghi Rossi della Garbatella

Una curiosità sportiva: Garbatella si contende con Testaccio il primato di rione più romanista di tutta la città. Infatti, in occasione della conquista dello scudetto del 2001 il rione si colorò di giallorosso e qualche traccia di quella festa è ancora rimasta sulle facciate dei palazzi.

L’ORIGINE DEL NOME DEL QUARTIERE GARBATELLA

Andando a visitare la parte nuova della Garbatella, in piazza Geremia Bonomelli, nella facciata dell’edificio sulla sinistra si trova il busto della ragazza garbata, con un seno scoperto, un’ostessa dai modi gentili che gestiva un’osteria che anticamente si trovava in via delle Sette Chiese e da cui deriva il nome del rione. Uno studio dell’Università Roma Tre (Il quadrante Ostiense tra Otto e Novecento, 2004) è riuscito persino a dare un’identità alla “Garbatella”: era il soprannome dell’ostessa Clementina Eusebi, vedova di Giambattista Cascapera, affittuario di Vigna Torti, la quale, dopo la morte del marito, subentro’ insieme ai figli nella gestione dell’osteria e della vigna annessa.

L’immagine della Garbatella in piazza Bonomelli

Erano i parroci prima della Unità d’Italia a occuparsi di censire la popolazione presente sul territorio. Tra le case visitate dai parroci risultava costante la presenza di 4-5 osterie, dislocate tra via delle Mura, via delle Sette Chiese, vicolo della Moletta, al Valco S. Paolo, in prossimità della biforcazione tra la via Ostiense e la via Laurentina, particolarmente frequentate per la loro posizione sul percorso dei pellegrinaggi alle Basiliche fuori Porta, come viene riferito dalla letteratura aneddotica su Roma. In esse il parroco rileva costantemente nuclei familiari, provenienti per lo più da località del Lazio, in cui figurano la moglie, quasi sempre indicata come «ostessa», figli e garzoni, che affiancano il capofamiglia nella gestione dell’osteria. Quella della “Garbatella” , attiva nei primi decenni dell’Ottocento, sulla via Ostiense, non lontano dalla Basilica, censita nel 1841, doveva godere di una certa fama, tanto che la sua denominazione finì, appunto, per divenire il toponimo della zona ad essa circostante. La «Garbatella» dell’ostessa vedova Clementina Eusebi, afflttuaria di vigna Torti, dopo la morte del marito.

Queste origini del toponimo “Garbatella” sono ricordate anche in una ricostruzione della storia della parrocchia di D. Ippolito Boccolini, monaco di San Paolo, pubblicata a più riprese nel mensile “Bollettino parrocchiale di S. Paolo” tra l’ottobre 1932 e luglio 1933.

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Altra ipotesi sull’origine del nome di Garbatella riguarda il metodo di coltivazione della vite “a barbata” o “a garbata ovvero con i tralci appoggiati agli alberi di olmo e di acero, adottata da Monsignor Nicolai, proprietario della Tenuta dei Dodici Cancelli situata sul colle di San Paolo.

Articolo di Anna Rita Mancini

Foto di Gianni Casolaro

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  1. Cristina Piacentini