Il Santuario del Divino Amore, tante grazie senza miracolo

Il Santuario del Divino Amore dedicato alla Madonna, sorge lungo la via Ardeatina, nella zona di Castel di Leva, immediatamente dopo il Raccordo Anulare in direzione di Ardea. Oggetto di grande devozione popolare, il Santuario lega la sua origine a quello che è considerato unanimamente non un miracolo o un prodigio ma piuttosto il desiderio di spiegare con l’ultraterreno un episodio banale e perso nel tempo.

Era, infatti, la primavera del 1740, quando un pellegrino si ritenne ‘salvato’ dall’improvviso attacco di un branco di cani rabbiosi grazie all’invocazione dell’immagine della Madonna col Bambino affrescata sul muro di un’antica torre (probabilmente realizzata per mano di un autore della scuola romana di Pietro Cavallini), che fu sufficiente guardare perché i cani si allontanassero. La costruzione, restaurata e tuttora in piedi, si trova sulla collinetta dove l’episodio avvenne ed è denominata Torre del Primo miracolo.

La Torre detta “del primo miracolo”: il pellegrino avrebbe invocato la figura della Madonna affissa sulla parete per allontanare i cani randagi

All’epoca, si gridò al miracolo e nel giro di cinque anni fu costruito in quel luogo un santuario (la piccola chiesa del Divino Amore a Castel di Leva fu realizzata nel 1744 su progetto dell’architetto napoletano Filippo Raguzzini) con tanto di indulgenza plenaria dei peccati, concessa dal papa Benedetto XIV. E da allora con lo scopo di ottenere speciali grazie, si ebbero i pellegrinaggi al santuario che iniziavano il lunedì di Pentecoste e duravano fino all’autunno, in un misto di sacro e profano, perché finivano per identificarsi con le Ottobrate romane, risolvendosi in autentiche scampagnate, con devozione religiosa, certo, ma anche con “magnate e bevute”. Tanto che il nome Divino Amore, sostiene Claudio Rendina in “Enciclopedia di Roma” (Newton & Compton), assegnato dal popolo al luogo “non deriverebbe ingenuamente dalla dolce figura della Madonna col Bambino, come espressione genuina e pura dell’amore, ma verosimilmente dall’inversione delle parole ‘Amore di vino’ che finirono per ispirare certi pellegrinaggi un po’ gaudenti“.

Al Divino Amore, in quell’epoca, si si andava in carrozza, partendo da Tor Margana, nel rione Sant’Angelo, ai piedi del Campidoglio, e le persone erano fornite di chitarre, nacchere, mandolini e tamburelli, strumenti non certo adatti a pregare, ma piuttosto adatti a suoni e canti spensierati. «Arrivati llì», annota Giggi Zanazzo in Tradizioni romane, «se sentiva prima di tutto la messa; e ddopo éssese goduti tutti li gran miracoli che allora faceva la Madonna, come storpi che buttaveno le stampelle, céchi che cce vedeveno in sur subbito, ragazze indemoniate che vvommitaveno er demonio, donne affatturate che vvommitaveno trecce de capelli, et eccetra, s’annava in de le bbaracche a ffà ccolazzione, e ddoppo éssese inflorate bbene bbene la testa, er petto, li capelli, le testiere de li cavalli, co’ li tremolanti e le rose, se partiva per Arbano. Lli se pranzava, se bbeveva a ggarganella da pe’ ttutte 1e bettole indove c’era er vino bbono, e ppoi cantanno li ritomelli, se faceva a cchi ppiù ccureva pe’ ritornà a Roma».

Una delle sale nelle quali sono esposti gli ex voto

La devozione per il santuario é tuttora significativa. Al Divino Amore si svolgono ancora i pellegrinaggi in gruppo o singoli; alcuni sono organizzati a piedi con partenza da Porta Metronia, di notte, con le torce, e c’é chi precede perfino scalzo e, poi, in prossimità della chiesa, anche in ginocchio (leggi qui). E’ la fede che trionfa sul profano.

La devozione dei romani alla Madonna del Divino Amore è anche storicamente legata agli avvenimenti della Seconda guerra mondiale. Quando l’ 11 maggio 1944 iniziò la battaglia di Roma, si temette per l’incolumità dell’immagine per i bombardamenti degli alleati. L’affresco venne trasferito nella chiesa di Sant’Ignazio e ci fu un ottavario di preghiere per invocare la salvezza della città. L’ottavario terminò proprio il 4 giugno, giorno dell’evacuazione dei Tedeschi, che divenne poi una data in più per festeggiare la Madonna del Divino Amore con l’offerta annuale da parte del Comune di Roma del calice votivo dell’Urbe.

Sono innumerevoli gli ex voto per grazia ricevuta in esposizione nella chiesa ai quali si uniscono le piastrelle in marmo affisse sui muri esterni. I romani, e non solo, si appellano alla Madonna per la cura di una malattia, per un familiare in difficoltà, per un figlio disoccupato oppure ringraziano per un pericolo scampato. In molti quadretti si vedono foto di auto distrutte da incidenti stradali con l’immagine dei devoti salvi e sorridenti. Un’innumerevole serie di stampelle e grucce testimonia il percorso di sofferenza di molti fedeli. Non mancano fucili e sciabole lasciate da militari credenti. Colpisce una cuffia radio incastonata in un quadro: si tratta della “cuffia prodigiosa” che “per grazia della Madonna del Divino Amore salvò da terribile morte i naufraghi caduti sui ghiacci del Polo dal dirigibile della disgraziata spedizione Nobile”. Si riferisce alla drammatica sciagura della Tenda rossa: sei membri dell’equipaggio del dirigibile più due soccorritori morirono in quella circostanza. L’ex voto reca la data del 24 maggio 1928.

L’ex voto legato al salvataggio dell’equipaggio della “Tenda rossa” nella spedizione Nobile al Polo Nord

Giovanni Paolo II. La biografia

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Alla chiesa antica realizzata sulla sommità della collinetta, dal 4 luglio 1999 si affianca il nuovo Santuario. Fu Giovanni Paolo II, circondato da tutti i Vescovi del Lazio e da una imponente partecipazione di fedeli, a consacrare in quella data il nuovo Santuario, sciogliendo il “voto” dei romani alla Madonna del Divino Amore. Da quel giorno radioso, al Divino Amore è sempre costante l’affluenza dei pellegrini e, dal 25 marzo 2007, la chiesa rimane aperta giorno e notte per l’Adorazione Eucaristica Perpetua.

Per raggiungere il Divino Amore con i mezzi pubblici si possono adottare due soluzioni: 1) Metropolitana Linea B fino alla fermata Laurentina quindi l’autobus 702 in direzione Ardeatina-Castel di Leva; Scendere alla fermata Santuario Divino Amore. 2) Metropolitana Linea A fino alla fermata S. Giovanni quindi da Piazza di Porta S. Giovanni prendere la linea 218 in direzione Ardeatina-Scuola Padre Formato. Scendere alla fermata Santuario Divino Amore.

Il nuovo Santuario del Divino Amore