Una mattinata alla scoperta del Mercato di Porta Portese

Celebrato da film e da canzoni, vissuto da tutti i romani, nato tra i primi bric a brac in Europa, il mercato di Porta Portese la domenica mattina è oggetto non solo dell’interesse dei romani ma sempre più occasione di visita turistica. Ogni domenica migliaia di persone gironzolano tra banchi di abbigliamento, nuovo o usato, oggettistica e merci varie, biciclette e accessori da moto e auto, militaria, reperti di antiquariato, modernariato e collezionismo.

Il Mercato di Porta Portese, benchè si sviluppi per circa due chilometri lineari, prende nome dall’omonima porta così denominata perchè introduceva alla via Portuense, la strada di collegamento tra Roma e il porto di Fiumicino già all’epoca imperiale (vedi Porto di Traiano e ancora prima il Porto di Claudio). Insomma, era la Porta del Porto, ruolo riconfermato anche con la realizzazione del Porto di Ripa Grande sorto un po’ più distaccato dal porto fluviale dell’epoca romana. La prima porta di cui si ha notizia risaliva ai tempi di Onorio (620 circa) e fu distrutta nel 1643 con papa Urbano VIII e completata da Innocenzo X (1644/1655).

Il mercato di Porta Portese nasce nell’immediato Dopoguerra, intorno al 1945, come appendice della borsa nera che si teneva a Campo de’ Fiori. Sulla strada, nell’area stretta tra viale Trastevere e il canile comunale, i romani reduci dalla profonda depressione bellica, iniziarono a vendere le loro cose e a vendere o barattare gli oggetti più strani. Nel tempo lo spontaneismo si è sostituito alla regolamentazione amministrativa, la città è cresciuta, il paesaggio urbano è cambiato ma il mercato di Porta Portese è rimasto sempre al suo posto. Al susseguirsi delle generazioni di ambulanti, si sono aggiunti anche i flussi di immigrati: russi, polacchi, nordafricani, indiani e cinesi, tutti con la loro mercanzia rendendo Porta Portese uno dei mercati più famosi in Italia e in Europa per la sua multi-etnicità e per la possibilità di trovare gli oggetti più impensabili.

Una volta Porta Portese era il luogo degli affari e un po’ meno delle fregature, del “pacco” rifilato da venditori scaltri più del compratore. Oggi la fregatura è molto più frequente ma il piacere di passeggiare tra quei banchi resiste nel tempo. “Il mercato sopravvive alla decadenza proprio soltanto grazie a quel marasma di uomini e cose che ogni domenica all’alba si riversa su un numero sempre più crescente di strade” scrive Ilaria Beltramme sul manualetto “101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita“. Come in tutti i mercati delle pulci per uscirne da vincitori in un affare, è importante “trattare fino allo stremo, farsi mandare a quel paese, magari, pur di ottenere ciò che si vuole. Perchè – scrive Beltramme – decadenza oppure no, il bello di Porta Portese è che è un gran calderone di cose e di gente, un mischia mischia di classi sociali e culture, miserie e nobiltà“.

Un’immagine di Porta Portese nel 1955 vista da Clivio Portuense

Il Mercato di Porta Portese di Roma, dunque, come Portobello Road di Londra, il Rastro a Madrid o il Marchés aux Puces di Parigi: nella capitale francese ce ne sono ben quattro, il più importante dei quali è quello di Saint-Ouen. E su quell’esempio anche Roma ha raddoppiato: il quadrante est della città è servito dal mercato domenicale di via Palmiro Togliatti.

Secondo l’ultimo censimento di Porta Portese (effettuato nel 2007), all’interno del mercato operano 714 commercianti con regolare licenza e circa 400 frequentatori non assegnatari di postazione. Per definire la “completezza” dell’offerta, si dice che a Porta Portese “puoi trovare di tutto dalla pillola al Jumbo Jet”.

VIP E PERICOLI

Il mercato apre i battenti tutte le domeniche alle 6:00 della mattina e si svolge fino alle 14:00 ma come ben sanno i collezionisti, i migliori affari si fanno all’apertura o nei minuti che precedono la chiusura: nel primo caso vince la varietà, nel secondo il prezzo. Tra i banchi di Porta Portese non è infrequente avvistare personaggi vip che curiosano le mercanzie esposte, anche se nascosti dietro grossi occhiali neri e cappellini calcati sul capo. Tra i frequentatori figurano, infatti, l’ex banchiere e ministro Lamberto Dini o l’ex premier Enrico Letta che, come Pierfrancesco Favino, altro frequentatore del mercato delle pulci, abita a Testaccio, sulla sponda opposta del Tevere. A volte si può incontrare anche il regista Paolo Virzì che, in estate, ama gustarsi Roma in bicicletta.

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Attenzione, invece, alle ore di punta: le corsie tra un banco e l’altro si popolano di mendicanti e borseggiatori, per cui bisogna stare sempre in guardia. Evitate, poi, di prendere parte al famoso gioco delle tre carte: intorno al giocatore che tiene il banco c’è una cerchia di “compari“, anche donne, che fingono di giocare per invogliare il “pollo” di turno da spennare. Solitamente il banchetto “volante” si trova su via Portuense in corrispondenza con la discesa di Clivio Portuense.

DOVE TROVARE COSA

La dislocazione dei banchi nella legenda

Le strade interessate dal mercato domenicale di Porta Portese sono via Portuense (da Porta Portese a largo Alessandro Toja), Clivio Portuense, via Ettore Rolli (da largo Alessandro Toja a via degli Stradivari), via Ippolito Nievo, largo Francesco Anzani, via Napoleone Parboni e via Angelo Bargoni. Nella cartina abbiamo suddiviso sommariamente le zone nelle quali è possibile individuare specifiche categorie di merci: lungo via Portuense e via Ettore Rolli operano principalmente gli ambulanti di abbigliamento (usato ma anche nuovo originale o taroccato), di scarpe e merci varie. In Clivio Portuense e nel sottostante tratto di via Portuense affacciano le botteghe dei ciclisti e degli accessori per moto e per auto. In via Ippolito Nievo e in largo Francesco Anzani è possibile trovare rivenditori di antiquariato. Modernariato, oggettistica, libri e usato vintage sono in esposizione e vendita lungo via Napoleone Parboni e via Angelo Bargoni.



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LA CANZONE E IL FILM

A Porta Portese Vittorio De Sica ha ambientato una delle scene principali di “Ladri di Biciclette” (1948) film tratto da un soggetto originale di Cesare Zavattini: si tratta di un capolavoro che secondo diverse riviste specializzate in cinema è tra i più grandi film di tutti i tempi (Premio Oscar 1950).

Il cantautore romano Claudio Baglioni, nel 1972 all’interno dell’album “Questo piccolo grande amore” ha dedicato al Mercato di Porta Portese una sua canzone. Quello che segue è il testo (proprietà Universal Music):

È domenica mattina
Si è svegliato già il mercato
In licenza son tornato e sono qua
Per comprarmi dei blue jeans
Al posto di questa divisa
E stasera poi le faccio una sorpresa
C’è la vecchia che ha sul banco
Foto di Papa Giovanni
Lei sta qui da quarant’anni o forse più
E i suoi occhi han visto re
Scannati ricchi ed impiegati
Capelloni ladri artisti figli di
Porta Portese
Porta Portese
Porta Portese
Cosa avrai di più
Vado avanti a gomitate
Tra la gente che si affolla
Le patacche che ti ammolla
Quello là
Ci ha di tutto pezzi d’auto
Spade antiche quadri falsi
E la foto nuda di Brigitte Bardot
Porta Portese
Porta Portese
Porta Portese
Cosa avrai di più
Tutti rotti quei calzoni
Si va bè che è roba usata
Ma chi sà chi l’ha portata
Quanto vuoi?
Quella lì non è possibile che è lei
Insieme a un altro
Non è certo suo fratello quello
E se l’è scelto proprio bello
Ci son cascato come un pollo io
(A ragà ma che hai fatto?
Ma sti carzoni li voj o non li voj?)
Porta Portese
Porta Portese
Porta Portese
Cosa avrai tu?
Porta Portese
Porta Portese
Porta Portese
Cosa avrai di più?
Fiore de sale
L’amore fa penà ma nun se more
D’amore nun se more me se sta male