Luoghi dei film: “Non ci resta che il crimine”

Non ci resta che il crimine“, film geniale nato dalla penna di Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeg robot e Benedetta Follia) e dalla perfetta regia di Massimiliano Bruno, è una pellicola interamente girata a Roma. E le location per rispondere alla storia, a metà tra “Non ci resta che piangere” e “Ritorno al futuro“, devono avere una caratteristica: la loro immutabilità dagli anni Ottanta ai giorni nostri.

Il salto indietro nel tempo è appunto di una trentina d’anni, per approdare a quando a Roma imperversava la Banda della Magliana (questoè un libro che ne narra le gesta). Siamo a Roma nel 2018 e tre amici di lungo corso, con scarsi mezzi ma un indomabile talento creativo, decidono di organizzare un ‘Tour Criminale‘ della Capitale alla scoperta dei luoghi simbolo di quel sodalizio criminale degli anni Ottanta. Abiti d’epoca, jeans a zampa, giubbotti di pelle, stivaletti e Ray-Ban specchiati, ed è fatta…sono pronti per lanciarsi nella nuova impresa. Se non fosse che, per un imprevedibile scherzo del destino, vengono catapultati nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna (1982) e si ritrovano faccia a faccia con alcuni membri della Banda che all’epoca gestiva le scommesse clandestine sul calcio. Per non parlare dell’incontro con una vulcanica e dirompente ballerina che rischia di scombinare ancora di più le carte. Per i tre amici potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione di riscatto ma non tutto filerà liscio.

A dare vita alla pellicola, sotto la regia scoppiettante di Massimiliano Bruno (che interpreta anche la parte di Gianfranco) sono Alessandro Gassmann (Sebastiano), Marco Giallini (Moreno), Edoardo Leo (Renatino), Gian Marco Tognazzi (Giuseppe) e Ilenia Pastorelli (Sabrina). Nella pellicola, facenti parte del gruppo dei cattivi, anche Emanuel Bevilacqua (er Bove), Marco Conidi (er Fariseo) e Daniele Lucci (er Sorcio).

Nel primo fotogramma del film Sebastiano (Alessandro Gassmann) ha sullo sfondo la cattedrale di Sant’Aurea, a Ostia Antica

Riguardo alle location non è difficile riconoscerle. La prima inquadratura, prima ancora dei titoli di testa, mostra Sebastiano che indossa il casco e Moreno che sale sulla sua auto nel Borgo medievale di Ostia Antica, location usata per tantissimi film e spot commerciali come riferisce anche il volume Ostia set naturale. L’ambientazione successiva, quella dove il trio dà il via al tour dei luoghi della Banda della Magliana e incontra Gianfranco, è in piazza di San Calisto come evoca il nome del bar che fa da sfondo alle riprese.

Il tour si sofferma poi su via del Pellegrino all’altezza del civico 65, a due passi da Campo de’ Fiori, dove il 2 febbraio 1990 venne ucciso Enrico De Pedis detto Renatino, leader della Banda della Magliana. Le cui spoglie furono seppellite nella basilica di Sant’Apollinare, nell’omonima piazza, successiva inquadratura di Non ci resta che il crimine. Ancora un altro luogo abituale ai sodali della Banda della Magliana è via del Commercio con la tradizionale sagoma del gazometro di fronte al quale si trova la discoteca Alpheus, epicentro della vita notturna degli anni Ottanta.



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L’inquadratura, sempre all’interno del tour-revival sulla Banda della Magliana, si sposta in quello che era il bar-ritrovo dei malavitosi del sodalizio, “adesso in mano ai cinesi“. E’ questa la location epicentro della storia, là dove si trova la porta “spazio-temporale” per attraversare i decenni che intercorrono tra il 2018 ed il 1982. E’ un luogo che non esiste: si tratta infatti dello spazio realizzato nei Videa Studios, un set permanente che riproduce una piazza di circa 1.000 m² di superficie, già impiegato per “Benedetta follia” e per “Io c’è“.

Il trio Giuseppe (Gianmarco Tognazzi), Moreno (Marco Giallini) e Sebastiano (Alessandro Gassmann) sulla scalinata della basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio si interroga sul salto indietro nel tempo

Catapultato nel 1982, il terzetto Sebastiano-Moreno-Giuseppe si interroga su ciò che è successo stando seduto sulla scalinata della Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, tra festeggiamenti e impennate di motorini.

Il tweet dei Kiss che lancia il film “Non ci resta che il crimine” negli Usa

Dopo un’inquadratura che mostra la rara bellezza imponente della cupola di San Pietro da via Nicolò Piccolomini, arriva la scena clou destinata a diventare un must, tanto da essere citata oltre oceano in un tweet dei Kiss. Si tratta della rapina compiuta in abiti di scena proprio dei Kiss dalla banda “temporanea” di Renatino e nuovi soci alla Banca di Credito Italiano. La location è quella di piazza Mastai, a Trastevere, e gli uffici sono quelli appartenuti alla Telecom. E’ in questo stacco che la pellicola mostra l’unico limite della storia, un fake incomprensibile: la rapina viene compiuta dai “Kiss” insieme con un’altra banda, travestita dal gruppo rock dei Rockets. Che ci fa? Chi sono? Quale ruolo hanno nella storia?