David Lubin a Roma, da inventore dei grandi magazzini a investitore di Villa Borghese

Si deve a un uomo geniale, dalle mille risorse, imprenditore visionario, la presenza a Villa Borghese di un grande complesso monumentale oggi impiegato come sede del Cnel, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Stiamo parlando di David Lubin, l’inventore dei grandi magazzini che ha lasciato all’Umanità l’invito a impegnarsi nella tutela dell’agricoltura come fonte primaria di alimentazione.

Nei pressi di piazzale Flaminio, a due passi da piazza del Popolo, sulla sommità del poggio subito dopo l’ingresso di Villa Borghese, sorge Villa Lubin, attuale sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro CNEL. E’ quello il segno tangibile del passaggio a Roma di un grande imprenditore che ha lasciato all’Umanità importanti insegnamenti ereditati in organizzazioni internazionali votate al sostegno dell’agricoltura.

Ebreo di origine polacca fece fortuna negli Stati Uniti e investì a Roma parte del suo patrimonio nella villa che porta il suo nome a Villa Borghese oggi sede del Cnel

David Lubin nacque nel 1849 in un paesino vicino Cracovia, ultimo dei sei figli di un piccolo commerciante di religione ebraica. Poco dopo la sua nascita, il padre muore di colera e la madre si risposa. Nel 1855, per causa delle persecuzioni razziali, la famiglia Lubin è costretta ad emigrare negli Stati Uniti, insediandosi nell’East Side, il quartiere ebraico di New York, dove David fa la sua prima, breve e unica esperienza con la scuola. Al termine della guerra di secessione, la vita di Lubin è dura ed avventurosa: orafo a New York, falegname a Los Angeles, cercatore d’oro in Arizona, Lubin perde tutti i suoi pochi averi nel grande incendio di Chicago del 1871 e diventa rappresentante di lampadari. Fu allora che inventò una lampada a petrolio antiesplosione e mise a punto una macchina agricola al quale diede il suo nome.

David Lubin (fonte Wikipedia)

Nel 1874 apri il primo “grande magazzino” a Sacramento in California inventando un modello di vendita che in dieci anni si consolidò in un’intera catena di esercizi. Nacque così il grande magazzino ovvero un circuito di negozi di un unico proprietario che vendono tutti la stesse cose a un prezzo unico ed equo. Il suo concetto di attività commerciale, infatti, risente della sua profonda religiosità e dei suoi forti sentimenti umanitari: “merce onesta a prezzi onesti” era il suo motto.

Ormai ricco, nel 1884, alla morte della madre intraprese un viaggio in Palestina ove disperdere le sue ceneri. Qui rimase profondamente colpito dalle prime esperienze agricole dei coloni ebrei, i kibbutz, e si convinse della necessità di mettere in una rete globale le produzioni agricole. Con questo progetto di istituire un’unica organizzazione dedita alla valorizzazione e agli scambi agricoli, nel 1904 a Roma volle incontrare l’allora re Vittorio Emanuele II per illustrargli i suoi propositi. E questi compresee in pieno l’occasione di porre l’Italia a capo di un movimento globale di primaria importanza.

Uno dei preziosi lampadari che adornano l’aula delle assemblee del CNEL in Villa Lubin

Il Re, utilizzando una procedura insolita, scrissee al Presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, “sponsorizzando” la proposta di Lubin. Venne convocata a Roma una conferenza di quaranta stati, a cui gli Stati Uniti non mandano nemmeno un proprio rappresentante, e nel 1906, dopo un serrato lavoro preparatorio sempre guidato da Lubin, fu costituito a Roma l’Istituto Internazionale di Agricoltura, punto di raccordo e coordinamento fra pubblico e privato e fra le diverse nazioni che chiesero di entrarne a far parte. Nel 1908, quattro anni dopo, il colloquio con Vittorio Emanuele II l’edificio monumentale di Villa Lubin, all’ingresso di Villa Borghese, era già una realtà.

L’affresco a encausto incompiuto di Adolfo Cozza conservato nell’Aula del Parlamentino: è dedicato al genio italico

Villa Lubin

Villa Lubin si erge su un’area di circa 7500 mq e si distingue per il suo stile in “perfetto equilibrio tra neo-barocco e liberty“: si staglia sul poggio a sinistra dell’ingresso di Villa Borghese in un corpo centrale riccamente decorato fiancheggiato da due ali leggermente arretrate, destinate ad ambienti di servizio. Una eccellente fusione tra architettura e decorazione frutto della stretta collaborazione tra l’architetto Pompeo Passerini e la squadra di artisti guidata da Adolfo Cozza, pittore e archeologo.

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A Cozza si devono i mirabili affreschi ed encausto realizzati nell’aula del Parlamentino: in uno è rappresentata la storia dagli Assiri ai Romani passando per Omero e per i filosofi greci, nell’altro (rimasto incompiuto) sono mostrati i geni italici, da Galileo Galilei a Leonardo a Cristoforo Colombo a Michelangelo. Sorprendono per maestosità e bellezza i grandi lampadari in vetro soffiato di Murano. Infine, una curiosità: nello studio della Presidenza Marco Bellocchio ha ambientato lo studio di Aldo Moro per il film “Esterno notte”.

Dal 1958 Villa Lubin è sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro