Le Tre Fontane che sgorgano dove venne decapitato San Paolo

Dove è stato ucciso San Paolo tramite decapitazione nel lontano 67 dopo Cristo? La questione, non di poco conto sotto il profilo religioso ma anche storico, riguarda quello che è uno dei due patroni di Roma insieme con San Pietro, Padre della Chiesa.

Nella Capitale c’è una basilica eretta in epoca costantiniana che è intitolata all’apostolo convertito sulla via di Damasco: si trova sulla via Ostiense, a due passi da Ponte Marconi, ma secondo scritti greci, viene documentato che il martirio di San Paolo avvenne lungo via Laurentina. Detto che entrambe le strade erano già esistenti all’epoca del I secolo dopo Cristo (la Laurentina conduceva a Laurentum nell’attuale tenuta di Castelporziano e l’Ostiense a Ostia sulla sponda sinistra della foce del Tevere), è il documento pubblicato dal teologo e filologo tedesco Lobegott Friedrich Konstantin von Tischendorf a essere rivelatore. Il von Tischendorf scrisse diversi testi d’analisi critica del Nuovo Testamento scoprendo innumerevoli manoscritti biblici.

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In uno di questi evidenziò che “S. Paolo fu decapitato nella massa appellata ad Aquas Salvias” e vi si aggiunge che “il martirio avvenne presso un pino“. Benché apocrifo il documento pubblicato da von Tischendorf e citato da padre Fernando Armelliniè scrittura assai antica e deve, come è ovvio comprendersi, meritare fede almeno nella parte che riguarda le notizie dei luoghi. Ora non sono molti anni, scavandosi dai rr. pp. trappisti non lungi dalla chiesa suddetta per un serbatoio d’acqua, si rinvenne a grande profondità del suolo un ripostiglio di monete antiche, precisamente dell’impero di Nerone, e molti frutti di pino (pigne), che l’azione del tempo aveva quasi fossilizzati. Una tale scoperta, della quale io detti un cenno nella Cronachetta mensuale, mi pare di qualche importanza in ordine alla circostanza narrata dagli atti suddetti dell’albero di pino sotto cui sarebbe stato decollato s. Paolo. In un angolo della medesima si conserva un frammento di colonna appartenuto forse all’antica basilica, sul quale, secondo una tradizione, sarebbe stato decapitato l’Apostolo“.

Decapitazione di San Paolo, dipinto di Enrique Simonet (1887)

Per ad Aquas Salvias si indicava in epoca romana una piccola valle distesa lungo la via Laurentina. Probabilmente la topografia derivava dalla proprietà del terreno, appartenente alla famiglia dei Salvi, un luogo che molte volte ho visitato ma che non smette mai di meravigliarmi con il suo complesso monumentale delle Tre Fontane. Ad introdurre al viale che accede al complesso monumentale è la statua in marmo di San Benedetto alla cui base un’iscrizione avvisa che questo è un luogo di pace e di preghiera.

La chiesa dei santi Vincenzo e Anastasio si trova subito di fronte all’entrata del giardino del complesso abbaziale e si presenta in uno stile molto sobrio tipico delle costruzioni cistercensi, è dotata di un portico e fondata nell’ottavo secolo per volere di Onorio primo.

La cripta nella quale si ritiene fosse la prigione di San Paolo, luogo di martirio dei soldati cristiani

L’attenzione poi si rivolge sulla restaurata Santa Maria della Scala Coeli che si trova sulla destra dopo l’entrata al complesso delle tre fontane e vi si accede alla fine di una scalinata. Costruita verso la fine del cinquecento da Giacomo della Porta nel luogo dove subirono il martirio oltre diecimila soldati cristiani da parte di Diocleziano. L’interno è sormontato da una cupola con affrescato un cielo stellato opera di Francesco Zucchi. Sotto l’abside si apre una cripta , accessibile attraverso due scale dove si trova un altare del cinquecento dedicato a San Zenone e ai soldati martiri è qui, anche la prigione di San Paolo. Continuando la passeggiata , al termine del viale posto tra le due citate chiese si trova la terza, dedicata a San Paolo nel posto dove subì il martirio. Rappresenta il luogo più sacro e suggestivo delle Acque Salvie. Secondo la tradizione, l’apostolo fu qui condotto il 29 giugno del 67 per essere decapitato e la sua testa saltò per tre volte sul terreno, facendo zampillare tre sorgenti d’acqua. Le Tre Fontane, appunto. L’edificio più antico fu distrutto nel 1599 e al suo posto edificata la chiesa attuale ad opera di Giacomo della Porta.

Nel complesso abbaziale si trova un bar con in vendita i prodotti dei frati trappisti. In particolare, consiglio la cioccolata. Le suore Paoline con la loro casa editrice gestiscono una libreria .Voglio segnalare, inoltre la presenza di volontari che con la vendita di varia merce finanziano le missioni in Africa.

Le Tre Fontane sono anche il luogo nel quale sono avvenute diverse apparizioni della Vergine a Bruno Cornacchiola di 34 anni e, almeno nel primo evento, anche ai suoi tre figli. La prima apparizione avvenne il 12 aprile 1947 e furono Bruno con i tre figli Gianfranco, Carlo e Isola, rispettivamente di 4, 7 e 10 anni, a vedere una “Bella signora“. Raccontarono che la visione era sfolgorante nella sua bellezza, che indossava un lungo abito bianco, trattenuto in vita da una fascia rosa, e un mantello verde, il quale, appoggiato sui capelli neri, le scendeva fino ai piedi nudi. In mano, sul petto, stringeva una Bibbia e per questo venne definita Vergine delle Rivelazioni. Le apparizioni non sono state riconosciute ufficialmente (neppure condannate) dalla Chiesa cattolica, ma nel 1956 papa Pio XII ha consentito la costruzione alle Tre Fontane di una cappella per il culto e ne ha affidato la custodia ai “Francescani Minori Conventuali” per il servizio religioso. Nel 1997 papa Giovanni Paolo II ha approvato la denominazione del luogo come “Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane“.

Andiamo dunque alla scoperta di quest’oasi di pace facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici: giunti con la metro B alla stazione Laurentina, sarà utile salire sul bus della linea 671 che transita lungo la via Laurentina.

Articolo di Anna Rita Mancini, foto di Gianni Casolaro