Porta San Giovanni ovvero la porta delle streghe

Porta San Giovanni è uno dei varchi che si aprono nelle mura aureliane di Roma e deve il suo nome, immutato nel tempo, alla vicinanza della Basilica di San Giovanni in Laterano. E’ strutturata in un unico grande arco fatto realizzare da Papa Gregorio XIII (in carica dal 1572 al 1585) opera forse di Giacomo Della Porta. O più probabilmente di Giacomo Del Duca che già aveva collaborato con Michelangelo alla realizzazione di Porta Pia.

La confusione sull’autore dell’opera è dovuta al fatto che le cronache dell’epoca parlano generalmente di un famoso architetto Giacomo. La tradizione popolare romana insiste più sulla presenza di Della Porta tanto più che egli morirà nei pressi della medesima, vittima di una violenta indigestione di meloni e cocomeri, di ritorno da una gita ai castelli .

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La porta venne inaugurata nel 1574 e la sua apertura fu resa necessaria nell’ambito della ristrutturazione dell’intera area del Laterano per agevolare il traffico da e per il sud d’Italia e decretò la definitiva chiusura della vicina e ben più imponente Porta Asinaria di epoca aureliana divenuta ormai quasi inagibile per il progressivo innalzamento del livello stradale e anche per questo del tutto inadeguata a sostenere il volume del traffico.



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La struttura per cui era stata concepita la nuova porta è più simile a quella dell’entrata di una villa che non a quella di un’opera difensiva del tutto priva di bastioni e merlature e formata invece da un semplice ornamento composto da un grosso viso barbuto in cima alla porta sul lato destro esterno dava l’accesso alla via Campana, l’odierna Appia Nuova che per più di tre miglia seguiva il tracciato dell’antica via Asinaria, già via Labicana, che era la strada che portava in campagna (a portata di asini o muli) ma anche quella per la quale, subito dopo le mura, si arrivava ai castelli romani.

Più che agli avvenimenti storici di particolare rilievo, Porta San Giovanni è legata alle tradizioni popolari romane, oggi scomparse, in particolare quella relativa alla notte di San Giovanni” del 23 giugno , la “notte delle streghe” con la grande festa all’aperto . Secondo la leggenda, in quella notte il re fantasma di Erodiade (15 a.C, 39 d.C, madre di Salomè), che aveva convinto il marito Erode Antipa a far decapitare Giovanni Battista (tra il 29 e il 32 d.C.), organizza una sorta di riunione di streghe sui prati del Laterano per scacciare le quali i romani predisponevano una grande festa nei dintorni tra schiamazzi e fuochi d’artificio che le mettessero in fuga. Secondo recenti scoperte archeologiche (vedi qui) in zona c’era una vasta coltura di pesche.

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Sempre nella stessa notte è usanza mangiare lumache, le cui corna simboleggiano la discordia (il significato di tradimento è più recente) mangiandole, si seppelliscono nello stomaco i contrasti e rancori accumulati durante l’anno trascorso dando all’usanza un significato di riconciliazione. Porta San Giovanni si può raggiungere con la metro A fermata omonima che è punto di scambio con la metro C, unita attraverso la stazione-museo qui descritta.

Testo di Anna Rita Mancini

Fotografie di Giovanni Casolaro