Effetto drone sul Centro di Roma agli inizi del 1800 (video)

Sembra di volare in elicottero o di vivere l’effetto drone agli inizi del 1800, quando quei mezzi tecnologici ancora non esistevano. In realtà è il volo radente di una telecamera su una delle meraviglie di Roma, un plastico in legno, sughero e gesso che “fotografa” il centro storico di Roma intorno al 1826.

La dettagliatissima realizzazione, opera di Tommaso Falcetti sotto la direzione dello zio materno, il famoso architetto Giuseppe Valadier, è conservata al terzo piano del Museo di Roma di Palazzo Braschi (sede di molti eventi culturali), di fianco a piazza Navona. La realizzazione del modello, che riproduce la zona di Roma tra Porta del Popolo e piazza Colonna, fu iniziata nel 1822 e si protrasse per circa quattro anni.

Si tratta di una straordinaria documentazione di carattere topografico che permette di riconoscere spazi urbani e monumenti così come erano agli inizi del 1800. A partire da Trinità dei Monti, con la chiesa che svetta sulla monumentale scalinata che domina piazza di Spagna. La Scalinata di Trinità dei Monti, realizzata tra il 1723 e il 1726 su progetto dell’architetto romano Francesco De Sanctis (1693-1740), costituisce il raccordo scenografico tra le pendici del Pincio dominate dalla chiesa della SS. Trinità e la sottostante piazza di Spagna.

Veduta di Piazza di Spagna: incisione di Giovanni Battista Piranesi conservata al Gabinetto dei disegni e delle stampe nella Galleria degli Uffizi, Firenze

E a proposito di Pincio si può riconoscere, per esempio, la sistemazione dell’affaccio su Roma e della sottostante piazza del Popolo, opere proprio di Valadier, che vi realizzò la coffee house (oggi Casina Valadier 1816/1836). La piazza del Popolo del plastico, sistemata nel 1822, manca dell’obelisco centrale e delle chiese gemelle (Santa Maria in Montesanto e Santa Maria dei Miracoli), probabilmente danneggiati nel tempo. in compenso si distingue bene il cosiddetto “Tridente” costituito da via del Corso, via del Babuino e via di Ripetta.

In primo piano l’argine del Tevere, a destra il Mausoleo di Augusto (teatro Corea) e in alto a destra il San Giacomo

Il plastico del Museo di Roma riproduce fedelmente anche il corso del Tevere, senza i muraglioni che verranno costruiti tra il 1875 e il 1926 in seguito alla piena alta 17 metri che inondò Roma il 28 dicembre 1870. e il Porto di Ripetta di Alessandro Specchi, demolito nella seconda metà dell’Ottocento proprio per fare spazio ai nuovi argini.

Il colpo d’occhio, poi, ci restituisce l’anfiteatro Correa, un teatro di Roma, che operò dal 1780 al 1936, realizzato sui resti del Mausoleo di Augusto. Noto più semplicemente come Anfiteatro Corea, negli anni cambiò il nome in Anfiteatro Umberto I e Teatro Augusteo, fino alla sua demolizione sotto il governo di Mussolini. Poco distante il complesso monumentale del San Giacomo, ospedale meglio noto “degli incurabili“. Più giù anche Campo Marzio.

Il Museo di Roma Palazzo Braschi si trova in piazza Navona 2 (entrata anche in piazza San Pantaleo 10) ed è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10,00 alle 19,00.

Effetti video Elisa Palchetti

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